L’internet of things diventa grande (anche in italia)

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Un mercato che nel nostro paese è cresciuto lo scorso anno del 30%, superando i 2 miliardi di euro. A farla da padrone le utility, ma importanti sviluppi sono previsti anche negli altri settori, per i quali la sfida sarà passare da una logica di prodotto a quella di servizi a valore aggiunto.

Di Internet of Things (Internet delle cose o Internet degli oggetti) si parla sin dagli anni 90 del secolo scorso. A coniare il termine fu Kevin Ashton, manage r passato da Procter & Gamble al Massachusetts Institute of Technology (Mit), e successivamente a cavalcarlo è stata soprattutto la società specializzata in ricerche sul settore dell’It Gartner Research. Di per sé l’Internet of Things non è una novità, non essendo altro che un ampliamento del concetto di machine to machine (M2M) applicato da decenni in ambito industriale. Quel che cambia, però, è la diffusione del fenomeno. Proprio Gartner stima in 500 gli apparati connessi alla Rete in una casa tipo entro il 2020. Nel complesso, invece, per la stessa data Ericsson prevede che saranno 50 miliardi le “cose” collegate tra loro. Ma quali sono gli oggetti che oggi possono connettersi alla Rete o, più banalmente, possono essere utilizzati in modalità wireless? Si passa dagli esempi più ovvi (strumenti di entertainment come televisori, console, impianti audio, fotocamere, a quelli utilizzati sia in ambito consumer sia professionale come computer, terminali mobili, stampanti) per arrivare a un elenco infinito che va dai contatori dell’elettricità, agli strumenti sanitari, alle automobili, agli impianti industriali e agricoli, all’illuminazione (pubblica e privata). E l’elenco potrebbe andare avanti all’infinito per un business che, sempre secondo le stime di Gartner, nel 2016 varrà 235 miliardi di dollari nel mondo, in crescita del 33% rispetto al 2015.

L’Italia non è certo da meno. Come evidenziato dalla recente Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, il 2015 è stato l’anno in cui l’Internet of Things è “diventata grande”. Il mercato lo scorso anno è cresciuto nel nostro Paese del 30% rispetto al 2014 toccando quota 2 miliardi di euro. Crescita che si confronta con il progresso limitato all’1,1% dell’intero comparto ICT (oltre la metà di questa crescita è direttamente legata all’Internet delle cose). E a guidare questa “esplosione” sono stati soprattutto l’automotive e lo smart metering e smart asset management. Per quanto riguarda le smart car si parla di 5,3 milioni di auto connesse, pari a un settimo di quelle in circolazione. Per l’88% dei veicoli la connettività è garantita da soluzioni per lalocalizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità prevalentemente assicurative, anche se sta crescendo a tre cifre (135% il balzo registrato nel 2015) la percentuale di auto nativamente connesse, che ampliano le funzionalità a gestione del veicolo e sicurezza. Sono però proprio le utility a concentrare il grosso del mercato. Il segmento complessivo di smart metering e smart asset management vale mezzo miliardo di euro e rappresenta il 25% del mercato complessivo. In particolare lo scorso anno c’è stato un balzo del 70% per le aziende energetiche trainato dagli obblighi normativi relativi ai contatori del gas: nel 2015 il parco ha toccato i 350.000 contatori installati per le utenze industriali e 1,2 milioni per quelle residenziali. E la crescita in questo ambito è destinata a continuare visto che entro il 2018 la normativa impone di avere in servizio almeno 11 milioni di contatori del gas intelligenti mentre sta per iniziare il processo di sostituzione della prima generazione di quelli per l’elettricità. Figlia, come dicevamo, dell’M2M, l’Internet of Things in ambito industriale sta invece muovendo rapidamente verso il passo successivo i cosiddetti Cyber Physical Systems (CPS, unione di un sistema fisico, dotato di sensori e attuatori, e di una controparte informatica che, acquisendo dai sensori i dati relativi allo stato del sistema fisico e agendo sugli attuatori, ne realizza supervisione e controllo).

La ricerca dell’Osservatorio Internet of Things mostra come oggi le applicazioni più comuni siano legate all’efficienza energetica degli impianti produttivi e alla gestione degli asset, ma che il futuro si sta muovendo in tre principali direzioni. La prima è quella della gestione di sicurezza, compliance, logistica interna e qualità dei processi. La seconda, ancora in fase embrionale, è l’estensione alla supply chain esterna, con la diffusione di applicazioni di logisticaintelligente per la tracciabilità dei flussi fisici. La terza è lo spostamento verso i servizi connessi all’attività industriale, per beni strumentali (come macchinari gestiti in remoto e ceduti secondo un modello di tariffazione oraria) o prodotti (per esempio un’imbarcazione che comunica con il cantiere per richiedere assistenza o per trasmettere informazioni utili allo sviluppo delle successive generazioni).

La rete intorno a noi: campi d’applicazione dell’internet of things

Smart city & smart environment

Monitoraggio e gestione di strutture e servizi di una città (dal trasporto pubblico, all’illuminazione pubblica, ai parcheggi), ma anche dell’ambiente in senso più ampio (fiumi, boschi, montagne) per migliorarne fruibilità, sostenibilità e competitività.

Smart metering & smart grid

Contatori intelligenti (smart meter) per la misura dei consumi di elettricità, gas, acqua e riscaldamento, la corretta fatturazione e la telegestione. Rete intelligente (smart grid) per ottimizzare la gestione della distribuzione dell’energia e favorire la mobilità elettrica.

Smart home & building

Gestione automatica degli impianti e dei sistemi di un edificio (illuminazione, climatizzazione ma anche l’utilizzo di elettrodomestici) per garantire risparmio energetico, comfort, sicurezza delle strutture e delle persone.

eHealt

Monitoraggio in tempo reale da remoto dei parametri vitali, riducendo il ricorso all’ospedalizzazione, per fini diagnostici e di cura. Localizzazione dei pazienti per garantirne la sicurezza.

Smart Car

Connessione tra veicoli e con l’infrastruttura circostante per prevenzione e rilevazione di incidenti, offerta di nuovi modelli assicurativi e di informazioni geo-referenziate sulla viabilità.

Smart Logistic

Tracciabilità dell’intera filiera produttiva, protezione del brand e monitoraggio della catena del freddo, sicurezza in poli logistici complessi e gestione delle flotte.

Smart Asset Management

Gestione in remoto di asset di valore (per rilevare eventuali guasti e manomissioni), localizzazione, tracciabilità e gestione degli inventari.

Smart Factory

Adozione di Cyber Physical Systems, connessione dei macchinari, degli operatori e dei prodotti per rendere possibili nuove logiche produttive, di pianificazione della supply chain e di gestione del ciclo di vita dei prodotti.

Smart Agricolture

Monitoraggio di parametri micro-climatici a supporto dell’agricoltura per migliorare la qualità dei prodotti, ridurre le risorse utilizzate e l’impatto ambientale.

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